by Redazione
Salviamo le api per salvare il nostro futuro
L’ape mellifera è uno dei pochi insetti che viene allevato dall’uomo. Il rapporto con questa creatura affascinante e misteriosa risale all’epoca preistorica quando l’uomo depredava gli alveari selvatici del loro miele. All’epoca egizia si fanno risalire le prime testimonianze di un allevamento vero e proprio in arnie costruite assecondando l’istinto delle api; si utilizzavano sezioni di tronchi cavi o cortecce di sughero. Si sfruttava anche la navigazione con imbarcazioni sul corso del Nilo per seguire le fioriture a scalare. Nel periodo greco e romano venne introdotto anche l’utilizzo di anfore di terracotta e ceste di vimini intrecciato ricoperte di creta. Successivamente vennero introdotte arnie costituite da assi di legno a formare un parallelepipedo. Nel 1851 l’americano Lorenzo Lorraine Langstroth osservando il comportamento delle api inventò il favo mobile consentendo lo sviluppo dell’apicoltura razionale. Passaggio storico essenziale perché consentiva di estrarre il miele senza commettere apicidio, cioè l’uccisione delle api.
Oggi le api non corrono più questo rischio, ma comunque l’uomo in modo miope ne mette a repentaglio la sopravvivenza. L’utilizzo sconsiderato di pesticidi in agricoltura (anche in giardini e orti domestici) danneggia le api e gli altri insetti pronubi mettendo a rischio l’impollinazione delle piante coltivate e selvatiche. Il valore dei prodotti dell’apicoltura (miele, polline, cera, propoli, pappa reale…) è importante, ma passa in secondo piano, se si considera la ricaduta per la produttività delle colture. Senza il servizio effettuato dagli insetti, circa un terzo delle colture a scopo alimentare dovrebbe essere impollinato manualmente (impensabile per noi, ma già realtà in alcune regioni in Cina!), oppure avremmo una produzione di cibo significativamente inferiore sia come quantità che qualità. Alcune tra le colture più nutrienti e apprezzate della nostra dieta – insieme ad alcune colture utilizzate come foraggio nella produzione di carne e prodotti lattiero-caseari – sarebbero duramente colpite da un calo numerico degli insetti impollinatori: in particolare, la produzione di mele, fragole, pomodori e mandorle ne soffrirebbe. La stima più recente dei benefici economici a livello globale legati all’impollinazione naturale ammonta a circa 265 miliardi di euro. Questa rubrica vuole essere uno spunto per conoscere meglio e contribuire a salvare le nostre infaticabili alleate: le api!
di Carlo Mercanti
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